INTERVISTA A NICOLA TAVOLETTA, TRA TERRITORIO E TERZO SETTORE

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Il nostro giornale ha come missione principale quella di promuovere il Terzo Settore, riconoscendolo elemento di promozione ed integrazione sociale.
In questi giorni si è svolta l’assemblea regionale del Forum del Terzo Settore, ma anche tante organizzazioni hanno in calendario eventi ed appuntamenti di confronto.
Abbiamo deciso di intervistare Nicola Tavoletta, dirigente aclista, Portavoce del Forum del Terzo Settore della provincia di Latina, ma anche uno dei promotori del Forum ‘015.
Un bilancio del Forum del Terzo Settore della provincia di Latina?
Dopo anni di tentativi in provincia di Latina, due anni fa abbiamo fondato il FTS pontino.
Era un impegno che avevamo preso per il bene del territorio e per rispetto alla dirigenza regionale di allora; ricordo l’attenzione di Gianni Palumbo prima e di Francesca Danese poi.
Da allora abbiamo svolto un tour di incontri sul territorio per spiegare la riforma e per incontrare le istituzioni e i cittadini. In particolare ricordo i confronti con l’Inps, sugli strumenti di previdenza sociale, e con gli enti locali, Università e Camera di Commercio sulla Cooprogettazione.
Le tappe: Pontinia, Terracina, Aprilia, Latina, Formia, Gaeta e ancora Latina. Partecipazione e confronto le parole chiave.
Tre episodi che riporteresti come riferimenti di questo cammino?
Nell’ultimo incontro a Latina la capacità del direttore dell’inps Vincenzo De Nictolis e del suo staff nel rappresentare le funzioni e i servizi con una passione che non ti aspetti da chi è segnato dalla classificazione di burocrazia. La burocrazia è l’ufficio del Governo ed è un aspetto nobile della democrazia, la politica ha il compito di difendere ed orientare i propri uffici del governo, non subirli. Non lamentarsi.
Secondo ricordo? 
Molto personale. Dovevamo iniziare l’incontro di Aprilia quando mi chiamarono per correre a Roma all’ospedale per l’incidente di mio fratello, era in motocicletta. Tutta la squadra del FTS si mise all’opera e tutto funzionò senza che si notasse la mia assenza. Questo lo riporto come un successo e ringrazio tutti.
Nota a margine: ho tanti argomenti contro le motociclette.
Terzo ricordo, ben registrato, il dono che ci fece il Vescovo di Latina Mons Mariano Crociata con una relazione sui corpi intermedi e la promozione sociale. E’ un testo che orienta anche laicamente il nostro cammino.
Una riflessione sulla provincia di Latina?
In tre anni sono emigrati da Aprilia verso altri stati 1730 giovani, così scrive Lidano Grassucci su “Fatto a Latina”, ed è un dato pericoloso per lo sviluppo e il progresso sociale del nostro territorio. Dall’ Italia, cito l’Avvenire, nel 2018 sono emigrate 128.000 persone, 24.000 under 18 e 48.000 under 35. L’emigrazione è il fenomeno preoccupante in Italia e in provincia di Latina, che è combinata con una bassa natalità. Svegliamoci dalle percezioni ed affidiamo ai ragionamenti la nostra programmazione.
L’ambiente torna ad essere al centro del dibattito sociale, voi?
Il Forum del Terzo Settore ha la rappresentanza delle questioni dell’associazionismo e della cooperazione, il merito è compito delle organizzazioni aderenti. Noto tra le nostre associate tanto impegno in questo settore con un profilo tutto rivolto alla capacità di conciliare sviluppo ed ambiente.
Le Acli sono l’ organizzazione della tua appartenenza, che messaggio stanno dando quest’anno a Latina?
Due messaggi principali: la volontà di perseguire il progresso sociale tramite percorsi condivisi in organizzazioni, in soggetti collettivi, abbandonando le fughe dell’individualismo. Questo concetto è stato ben spiegato da tre relatori d’eccezione: dal nostro Presidente nazionale Roberto Rossini, dal filosofo Massimo Cacciari e da Mons Crociata. Tre relazioni in appuntamenti “firmati” dalle Acli provinciali di Latina nel 2019.
Il secondo messaggio è rivolto al lavoro, aprendo lo scenario delle professioni ibride, che coniugano creatività intellettuale e tecnologia. Uno ambito che ci spinge a promuovere l’evoluzione della formazione sociale e professionale.
Sei stato ospite sia del nostro format radiofonico, che della nostra presentazione a Borgo Ripa, guardando le fotografie emergono sorrisi divertiti, ce lo confermi?
L’allegria è lo stato di gioia dell’animo e il termine divertimento viene dal greco divertere, uscire da se stessi per andare incontro agli altri. Due concetti che emergono nella esperienza della trasmissione notturna a Corviale per Radio Impegno e Radio Città Futura. Siamo stati un presidio di quartiere, la trasmissione notturna nacque per difendere il centro sportivo da atti intimidatori, veri attentati, ma svolgemmo quel servizio con piacere e divertimento. La compagnia della squadra di Lazio Sociale è incredibilmente piacevole. A Borgo Ripa a Trastevere abbiamo celebrato una festa divertente, vivace, ricca di socialità e contenuti. Sarò ancora vostro ospite martedi 23 luglio alla ex caserma “Guido Reni” nel brindisi estivo, questa volta anche con l’associazione “Etica” guidata dal mio amico Massimo De Simoni. Verrà il Presidente del Copasir Lorenzo Guerini.
Roma, la città, che stagione vive?
Mi raccontano fonti autorevoli che tra il 1970 e il 1974 a Roma affluirono circa 700.000 italiani emigrati dalle regioni del Mezzogiorno. Vi rendete conto, 700.000 persone, una nuova  città più grande di Genova o Torino, il doppio di Bologna o Firenze. La giunta di allora guidata dal Sindaco Clelio Darida mise in opera un grande piano di urbanizzazione con scuole, fogne, servizi pubblici per servire le borgate e i borghetti che nascevano senza ordine. In poco tempo quel fenomeno divenne integrazione sociale ed urbana. Era Assessore ai lavori pubblici Publio Fiori, figure che avevano visione politica. Oggi abbiamo difficoltà a gestire il taglio dell’erba o ad asfaltare le strade. Roma e i romani sanno come fare, magari con lo spirito proprio di quell’epoca, senza rabbia e presunzione.
Emma Oicu
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